Il '68 con gli occhi di un bambino



TUTTA COLPA DI MICK JAGGER

Cyryl Montana



Simon, che nel corso del libro ci viene mostrato uomo e bambino, è il frutto di una singolare educazione figlia del '68: un padre ex freak e latitante. Una madre che ha perso il senno ed è convinta di essere perseguitata da Mick Jagger, proprio quello dei Rolling Stones che, senza alcuna vergogna, le si infila nel cervello e devia i suoi pensieri. L'eclissi parziale dei genitori nella vita di Simon, investiti dallo spirito del '68, l'ha lasciato sospeso in una sorta di vuoto, attraversato da personaggi che cercheranno di colmarlo, come la nonna o un colombo che visita con regolarità il suo balcone. Alternando capitoli del suo passato difficile da bambino ad altri che raccontano un presente fatto di fidanzate nevrotiche, amici ipersensibili, fattorie, borghi di provincia e rave, Simon, figlio lasciato sempre solo notti intere, si pone ogni volta la stessa domanda: dov’erano i miei?
Ciò che riuscirà a salvarlo dal suo dolore sarà proprio un mondo interiore che Simon-bambino inventerà per essere meno vulnerabile, come la casa nel bosco dove l'aspetta una madre immaginaria.

Il Simon-adulto è un impasto di cinismo e ingenuità, uno dei personaggi più maturi del libro, a volte impacciato, altre volte comico, ma di certo uno che non ha mai gettato la spugna e che, nonostante tutto, non ha smesso di desiderare.

Nel libro c'è molta poesia, unita ad una scrittura esilarante e a tratti humoristica. L'autore spiega che in realtà la dimensione poetica è una sorta di colonna sonora della vita: essa serve a dimostrare che alla fine, nonostante tutto, si è ancora vivi.

0 commenti:

 
Credit: Templates Novo Blogger