Guerre di costiera


Carlo D'Amicis

LA GUERRA DEI CAFONI





Estate 1975: in un villaggio della costa salentina si rinnova la guerra che oppone i ragazzini benestanti ai figli dei pescatori, dei pastori, dei contadini: i cosiddetti cafoni.


A dichiarare e alimentare questo conflitto è il quattordicenne capo dei signori, che di soprannome fa Francisco Marinho (calciatore brasiliano dell’epoca), detto il Maligno. Ossessionato dall’odio per i "cafoni", Francisco Marinho combatte in nome dell'ordine sociale, della divisione di classe. Ma quando, per un equivoco, nella sua visione del mondo subentra un tocco di compassione (o forse di amore) verso una giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a offuscarsi.


I protagonisti della storia di D'Amicis sono adolescenti, in quella fase intermedia in cui si perde l'ingenuità dell'infanzia e non si è ancora uomini maturi e si fanno sbagli, si dicono sciocchezze, ci si comporta in modo altalenante.
E' una storia di battaglie dove il ceto e le storie personali sono fondamentali, dove la divisione tra ricchi e poveri è definita tra signuri e cafuni, anche tra i ragazzi. Mentre negli anni precedenti i figli dei ricchi erano considerati superiori, in qualche modo "intoccabili" sin da piccoli, ora questa situazione veniva messa in dubbio, si stava costruendo una nuova classe sociale basata sui valori del consumo. La presunta superiorità dei signori veniva messa in dubbio, con una forte volontà di riscatto.

Nell'immaginario dei ragazzi, perciò, questo cambiamento poteva essere vissuto solo attraverso una guerra, uno scontro diretto, che oltre ad essere lo scenario per il racconto di un'epoca, per D'Amicis rappresenta anche la possibilità di raccontare la guerra con sè stessi, la lotta interiore che dalla fase adolescenziale porta direttamente all'età adulta.


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