Premio Strega 2008- "La solitudine dei numeri primi"


3 Luglio 2008




La notte stregata di Paolo Giordano




Paolo Giordano, a soli venticinque anni, si è aggiudicato la 62° edizione del più prestigioso premio di narrativa italiana, lo Strega, con il suo "La solitudine dei numeri primi"edito da Mondadori.


Nato a Torino nel 1982, laureato in fisica, borsista presso l'università di Torino è con codesto romanzo al suo esordio narrativo.


Con 163 voti ha battuto anche Ermanno Rea, classe 1927, al secondo posto con 118 voti.





Forse non tutti sanno cosa sono i numeri primi gemelli; sono numeri primi vicinissimi nella loro sequenza e separati da un solo numero ovviamente non primo.


A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma gli studiosi assicurano: anche quando ci si sta per arrendere, anche quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l'uno all'altro, nella loro solitudine.





Mattia e Alice, i protagonisti di questo romanzo sono così due persone speciali che viaggiano sullo stesso binario, ma destinati a non incontrarsi mai. Sono due universi implosi, incapaci di aprirsi al mondo che li circonda, di comunicare i pensieri e i sentimenti che affollano i loro abissi.


Due storie difficili, due infanzie compromesse da un pesante macigno che si trascina nel tempo affollando le loro fragili esistenze fino alla maturità. Tra gli amici, in famiglia e sul lavoro, Alice e Mattia portano dentro e fuori di sè i segni di un passato terribile. La consapevolezza di essere diversi dagli altri non fa altro che accrescere le barriere che già li separano dal mondo fino a condurli ad un isolamento atrocemente arreso.


Paolo Giordano descrive la parabola di queste giovani ed effimere esistenze attraverso parole commosse eppure lucidissime. Il tono del romanzo cresce non appena ci si inoltra nel racconto e nelle vite dei protagonisti. Anche la sintassi e la complessità della frase si evolvono a mano a mano che i due ragazzi crescono, guidandoci in un percorso che conduce lentamente verso significati sempre più acuti. Le elementari descrizioni che contraddistinguono i primi capitoli, quando le vite di Mattia e Alice devono ancora incrociarsi, lasciano in seguito il posto ad una imprevedibile e inaspettata profondità di pensiero. Il linguaggio si affina, le frasi si intrecciano, i pensieri si complicano.




"La solitudine dei numeri primi" è un romanzo che ci cresce tra le mani, che parte in sordina per esplodere nel finale, è un'opera delicata ma al contempo terribile, in cui sono protagonisti non i soliti ragazzi belli e perfetti che affollano i romanzi contemporanei, ma piuttosto ragazzi imperfetti e marginali.




I turbamenti e le cicatrici, i fallimenti mai confessati e l'incapacità di vivere, insomma tutta l'umanità scartata dagli altri scrittori, entra nelle pagine di Paolo Giordano che quindi sposta il baricentro del mondo verso l'angolo oscuro e disprezzato della società, facendo leva, sulla vita dei suoi ragazzi speciali.



A volte basta spostare il punto di osservazione perchè un altro universo ci esploda meravigliosamente tra le mani: l'esperimento sembra essere con questo romanzo riuscito bene.


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