"Gli effetti secondari dei sogni"


Delphine de Vigan


Lou Bertignac, parigina, dodici anni, un q.i. altissimo, due anni avanti al liceo, una famiglia chiusa nel silenzio e nel dolore dopo la morte della sorellina. Una disadattata, lontana dai suoi coetanei, che percepisce la sua diversità rispetto agli altri. Incapace di creare una relazione con chiunque, Lou passa gran parte del suo tempo libero a vivere o meglio ad essere spettatice delle emozioni degli altri: guarda il calcio in televisione per osservare la gioia dei giocatori, spia le persone per strada e soprattutto frequenta le stazioni ferroviarie parigine perchè in quei luoghi si concentra l'emozione di amanti che si salutano, di famiglie che si rincontrano dopo tanto tempo, di amici ritrovati.

E' proprio qui alla stazione di Austerlitz, che Lou trova tra la folla, una ragazza appena più grande di lei Nolwenn, che si è lasciata alle spalle un passato difficile e ora vive da randagia. Tra le due, nel tempo di uno sguardo, si crea un'intesa speciale, che nessuna delle due aveva mai trovato prima.


Due ragazze totalmente sole, diverse, ma destinate in qualche modo, a riconoscersi tra la folla della città, finiranno così per stringere un'amicizia, che nata gradualmente, arriverà a cambiare la loro vita e il loro piccolo mondo. La vicenda drammatica, eppure lieve, di due vite chiamate a intrecciarsi, e se non a salvarsi, almeno a trovare nuove speranze.


Lou ricorda Oskar Schell, il protagonista di " Molto forte, incredibilmente vicino" di Jonathan Safran Foer: giovani voci che si interrogano, che ci interrogano, che si mettono a nudo.

Il libro ha vinto il Prix del Libraires al salone del libro di Parigi 2008.

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